Il progetto europeo Eco-AlpsWater ha sperimentato tecniche innovative per studiare la biodiversità di fiumi e laghi nella regione alpina, affiancandole ai più tradizionali metodi di monitoraggio previsti dalla direttiva quadro sulle acque. Per saperne di più e capire gli sviluppi futuri abbiamo intervistato i tecnici di Arpa Veneto coinvolti nelle attività. L’Agenzia è stata uno dei partner italiani del progetto, insieme a Fondazione Mach e Ispra.
Qual è stato lo scopo di Eco-AlpsWater?
Il progetto, che si è concluso a ottobre 2021, ha sperimentato metodi basati sulle indagini di Next Generation Sequencing, durante i monitoraggi degli elementi di qualità ambientale di fiumi e laghi. Nello specifico si è concentrato sul monitoraggio di fitoplancton, fitobentos (comprese le diatomee) e pesci. Sono stati messi a punto protocolli innovativi che prevedono l’impiego di metodi di sequenziamento genetico di particolari tratti di geni che possono essere utilizzati per l’identificazione dei taxa, cioè categorie sistematiche, previste dalla direttiva quadro sulle acque.
In particolare, sono state applicate tecniche innovative di sequenziamento massivo del DNA, High Throughput DNA Sequencing o HTS, puntando allo studio di regioni ben definite del genoma (metagenomica) per risalire ai taxa presenti mediante il metabarcoding, cioè l’utilizzo di database di decodifica sequenza-taxa. Rispetto ai metodi tradizionali, come il microscopio ottico, la metodica risulta più rapida ed economica, ma è prematuro applicarla perché i database di riferimento sono ancora incompleti.
Su quali laghi e fiumi si è concentrata l’attività?
La sperimentazione ha riguardato sei laghi e cinque fiumi dello spazio alpino europeo, identificati come siti pilota. Per l’Italia sono stati il Lago di Garda e il fiume Adige, che sono corpi idrici con stazioni di monitoraggio per la direttiva quadro sulle acque anche per il Veneto. Inoltre sono stati selezionati altri siti aggiuntivi per ogni Paese, per l’Italia: i laghi del Frassino e Fimon in Veneto; Ragogna in Friuli Venezia Giulia; Caldonazzo, Serraia e Ledro in Trentino; Caldaro e Fié in Alto Adige; Como, Maggiore, Iseo, Idro e Mantova superiore e Varese in Lombardia. Come fiumi, Risorgive delle Fontane Bianche, Restena e Corbiolo in Veneto e Tagliamento in Friuli Venezia Giulia.
A quali risultati si è giunti?
Le tecniche genetiche innovative hanno portato un contributo nel riconoscimento di alcuni gruppi tassonomici difficili da determinare con i metodi microscopici classici, anche se i database di riferimento risultano ancora incompleti e quindi le informazioni genetiche non sono sempre utilizzabili. I metodi genetici innovativi Next Generation Sequencing hanno dimostrato di avere tutte le potenzialità di poter essere utilizzati in futuro per integrare i metodi microscopici classici per elaborare le classificazioni dei corpi idrici.
Quali i partner coinvolti e il budget investito?
Hanno partecipato cinque Istituti di ricerca, cinque Agenzie nazionali e regionali e due Istituti nazionali. Il lead partner è stato la Fondazione Edmund Mach. Oltre ad Arpa Veneto, i partner sono stati: Ispra, Lfui – Leopold Franzens University Innsbruck (AT), Nib – National Institute of Biology (Sl), Inra – National Institute for Agricultural Research (FR), Supsi – University of Applied Sciences and Arts (CH), Arso – Slovenian Environment Agency (SI), LfL – Bavarian State Research Center for Agriculture, (DE), Ages – Austrian Agency for Health and Food Safety (AT), LfU – Bavarian Environment Agency (DE), Afb – The French Agency for Biodiversity (FR).
Budget investito. Il finanziamento della comunità europea è stato pari a 1.447.666 euro, a cui si è aggiunto il finanziamento del Fondo europeo per lo sviluppo regionale di 255.470 euro e il contributo svizzero di 101.357 euro.
Partirà una nuova edizione di Eco-AlpsWater o sarà avviato un progetto collegato?
L’argomento non è stato ancora affrontato anche se Ispra in collaborazione con Arpa Lazio, su richiesta delle Agenzie italiane fuori dallo spazio alpino, ha sperimentato il metodo in alcuni corpi idrici della regione Lazio, a dimostrazione del forte interesse nell’eventuale sviluppo di questo progetto in altri corpi idrici italiani.
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