Due giorni di lavori, a Triora, in provincia di Imperia, per l’evento finale del progetto Alcotra RECOVALX.
Nel corso della prima giornata si è parlato della ricostruzione e rivalorizzazione delle vallate colpite dalla tempesta Alex, con un particolare focus dedicato alla frazione di Monesi.
Arpa Liguria, che partecipa come soggetto attuatore per Regione Liguria, ha messo in cantiere tutta una serie di attività, finalizzate al ripristino delle aree prative degradate, con un’attenzione particolare agli interventi da realizzare in aree di pregio dal punto di vista naturalistico. Si tratta di azioni nel solco di una stretta e costante collaborazione con Regione Liguria, sia nell’ambito delle attività istituzionali ordinarie, che in quello della progettazione europea. Peraltro l’atto finale di RECOVALX ha preso il via nella giornata mondiale della Biodiversità, la cui tutela sul territorio regionale è ancor più evidenziata dalle azioni legate a questo progetto.
Gli interventi di presentazione di quanto messo in campo da Arpal sono stati effettuati da Daniela Caracciolo, Responsabile del Settore Biodiversità e Progettazione UE, da Dario Ottonello e Claudia Turcato dell’Ufficio Biodiversità. Con loro presente anche Enrica Bongio, Dirigente Responsabile della Transizione Digitale e dei Sistemi Informativi di Arpa Liguria.
Tra i compiti di cui l’Agenzia si è presa carico, alcuni meritano un approfondimento. Il primo è la predisposizione di un progetto per il ripristino di aree aperte; partendo da un caso studio realizzato per il recupero di un’area degradata nel Comune di Mendatica, sono state raccolte indicazioni tecnico-operative e un dettagliato computo dei costi, per supportare gli Enti Pubblici che intendano utilizzare semenze locali di qualità per interventi di riqualificazione ambientale di aree aperte.
La seconda azione realizzata da Arpa Liguria è l’elaborazione di uno strumento in grado di garantire l’incontro tra domanda e offerta per l’impiego di semenze locali di qualità negli interventi di ripristino. Ecco, allora, la realizzazione di un portale, denominato “Anagrafe dei prati donatori”. Con questa espressione si intendono aree prative selezionate, che vengono caratterizzate in base alle funzioni svolte dalle semenze da esse prodotte. La funzione può essere di tre tipi, a seconda della finalità per cui le semenze possono essere impiegate: per il ripristino di versanti, per la rinaturalizzazione di aree importanti per la biodiversità, per la riqualificazione di aree pascolate.
Con questo strumento, in sinergia con le politiche regionali in materia di tutela e gestione della biodiversità e sviluppo delle economie dei territori rurali, è possibile avviare filiere locali di qualità, garantendo nel contempo interventi per la salvaguardia ed il miglioramento della naturalità del territorio. L’utilizzo di questo “anagrafe digitale” , di cui torneremo a parlare presto, sarà di libero accesso, ma con alcune funzionalità aggiuntive consentite solo a chi effettuerà l’accesso tramite SPID.