La sede padovana di Arpa Veneto ospita il primo spettrometro in Italia dedicato allo studio dell’inquinamento luminoso. Tramite l’analisi dello spettro del cielo, lo strumento individua quali sono le sorgenti di luce artificiale utilizzate per l’illuminazione esterna, come led o lampadine a incandescenza, e permette di studiare come queste variano nel tempo.
Lo spettrometro è installato sul tetto della sede dell’Agenzia accanto ad altri strumenti dedicati a misurare l’inquinamento luminoso. Inquadra una porzione di cielo sopra Padova, determinando le sorgenti luminose nel raggio di una decina di chilometri, ma il risultato è paragonabile a quello che si potrebbe vedere in un’altra città del Veneto o del nord Italia.
I dati rilevati si integrano a quelli registrati dalla rete di monitoraggio di Arpa Veneto che comprende quindici centraline fisse che coprono il territorio del Veneto. Le centraline misurano la luminosità del cielo con un unico parametro, denominato brillanza, mentre il nuovo spettrometro è in grado di quantificare il peso delle diverse bande spettrali e la qualità del cielo notturno. Permette, in un certo senso, di vedere il “colore” del cielo.
L’Agenzia ha progettato e realizzato questo strumento unico in Italia con la collaborazione del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova, nell’ambito dell’Osservatorio regionale sull’inquinamento luminoso a cui partecipano anche associazioni di astrofili del Veneto. Lo spettrometro si trova in posizione fissa ma può essere facilmente trasportato per misure puntuali in luoghi di interesse, ad esempio per esaminare i cieli di località montane remote, “oasi” a ridotto inquinamento luminoso.
Il tema dell’illuminazione notturna interessa da anni Arpa Veneto. La Regione Veneto è stata infatti la prima in Italia a emanare una legge specifica sull’inquinamento luminoso nel 1997 e da allora l’Agenzia è impegnata con controlli sul territorio e verifiche su nuovi impianti, attività formativa dei tecnici del settore e divulgativa per scuole e cittadini. L’obiettivo è diffondere la consapevolezza che la luce può inquinare e che deve essere utilizzata solo quando e dove serve. Inoltre, nella prospettiva di transizione “carbon free”, l’illuminazione notturna dovrebbe essere limitata e ridotta per limitare l’uso di fonti di energia fossili quando fonti di energia pulita non sono pienamente disponibili.
Per saperne di più:
Sezione luminosità del cielo sul sito Arpa Veneto