Inquinamento da polveri di marmo nelle Alpi Apuane: al via una ricerca

ARPA Toscana ha firmato un accordo con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze per fare indagini sul campo e in laboratorio, che dovranno fare luce sulle modalità con cui le polveri di marmo (di seguito indicate con marmettola), prodotte dalle attività estrattive del distretto apuano, impattano sugli acquiferi e sulle sorgenti carsiche.

La ricerca dovrà misurarsi con l’estrema complessità di un acquifero carsico come quello apuano. L’impiego di tecnologie di avanguardia come, ad esempio, analisi micromorfologiche e microchimiche con microscopio elettronico e l’analisi isotopica della marmettola e delle diverse tipologie di marmo apuano potrà consentire di individuare le zone di provenienza delle polveri che intorbidano ad ogni piena le sorgenti carsiche apuane. 

Le attività estrattive rappresentano una delle più importanti attività economiche del distretto Apuano Versiliese e sono autorizzate anche tenendo conto delle disposizioni contenute nella Legge Regionale Toscana 35/2015 che prevede la possibilità di proporre delle prescrizioni finalizzate al contenimento dell’inquinamento derivante da marmettola.

La Regione Toscana, oltre a fornire gli indirizzi tecnici, ha finanziato la ricerca nell’intento di salvaguardare il distretto Apuano-Versiliese rispetto all’impatto derivante dall’attività estrattiva. Infatti, uno dei problemi relativi ai residui del taglio del marmo in cava riguarda il trasporto dei residui stessi da parte delle acque d’infiltrazione negli acquiferi profondi fino alle sorgenti, che vengono utilizzate a fini acquedottistici. Questi residui sono costituiti quasi esclusivamente da carbonato di calcio che trasportato in sospensione può provocare criticità di distribuzione acquedottistica ai fini della potabilità delle acque.

Ogni attività imprenditoriale estrattiva deve rispettare alcune prescrizioni, tra cui l’obbligo di contenere e raccogliere la marmettola che produce durante l’attività in cava e adottare anche processi produttivi per impedire che la stessa si infiltri nelle fratture carsiche eventualmente incontrate, entrando in contatto con le falde acquifere.

In questi anni ARPA Toscana, nelle attività di controllo che sono costantemente svolte, ha riscontrato significative quantità di marmettola nell’acquifero carsico apuano. Il fenomeno di inquinamento da marmettola potrebbe, in parte, essere riconducibile anche alla rimobilizzazione di vecchi accumuli a causa degli effetti del cambiamento climatico.

“Compito scientifico dell’Agenzia è quello di indagare sulle reali cause di questi effetti – ha precisato il direttore di ARPAT Pietro Rubellini – anche al fine di dare giusto riconoscimento a quelle aziende che si sono impegnate e si impegnano a rispettare le prescrizioni sulle attività estrattive”.

I risultati della ricerca congiunta consentiranno, infatti, di effettuare controlli mirati da parte dell’Agenzia in collaborazione con le Forze dell’ordine, finalizzati alla verifica dei sistemi di contenimento, trattamento e smaltimento della marmettola in cantiere.

2 pensieri su “Inquinamento da polveri di marmo nelle Alpi Apuane: al via una ricerca

  1. Molto importante questo studio congiunto focalizzato alla verifica dei sistemi di contenimento, trattamento e smaltimento della marmettola in cantiere.

    Qualora si dovesse accertare l’ ipotesi della rimobilizzazione di vecchi accumuli a causa degli effetti del cambiamento climatico quali strategie verranno messe in atto per rendere efficace il tamponamento dell’inquinamento di questi potenziali contributi in matrice falde acquifere e sorgenti carsiche ?

    Verrà valutata anche l’incidenza dei materiali fuoriusciti accidentalmente durante le lavorazioni estrattive del marmo –
    come olii, metalli e idrocarburi – potenziali sostanze traccianti ?

    Dr. Marina Lecis

  2. Sono molto contento di ciò. Io vorrei fare uno studio su air pollution e Malattie cardiorespiratorie e i vostri dati potrebbero servirmi. Denuncio inoltre che a Carrara vi é solo 1 punto prelievo di aria. C’è né vorrebbero almeno 3 per fare una statistica attendibile..uno sulle apuane uni in centro a Carrara e uno al mare. Ho intenzione di organizzare uno studio con la facoltà di ingegneria dell università di Parma e se la Regione desse il suo sostegno sarebbe benvenuta

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