Il progetto “Monitoraggio degli ecosistemi della Val d’Agri” si inserisce nelle attività di Arpa Basilicata nel contesto dell’impianto Eni Cova (Centro Oli Val d’Agri) e viene realizzato in collaborazione con l’Ispra e la Regione Basilicata all’interno di un protocollo d’intesa sottoscritto nel mese di marzo 2020. Il progetto si svolge nell’arco di due stagioni vegetative.
Il lavoro si pone come obiettivo quello di usare degli indici per la vegetazione, la fauna e i licheni e di riunirli in un unico indicatore che metta in relazione le diverse matrici ambientali e parli di ecosistemi e biodiversità.
Nell’area sono state svolte in passato numerose valutazioni qualitative su tutte le matrici ambientali: suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee ed aria.
Analogamente riveste interesse rilevante il monitoraggio degli habitat che diventa il punto di partenza per creare indicatori che valutino lo stato di conservazione degli habitat stessi.
Gli indicatori individuati nel monitoraggio degli habitat sono: morfologie naturaliformi, aspetti vegetazionali con studio fitosociologico, flora lichenica, macrofauna, microteriofauna e carabidiofauna.
Nell’ambito delle attività relative agli aspetti vegetazionali, si è proceduto a quantificare e valutare eventuali modifiche dello stato di conservazione delle componenti della biodiversità, peraltro, su indicazioni stabilite dalla Regione Basilicata ed in particolare prescritte dalla DGR di autorizzazione del Centro Oli Val D’Agri.
Le attività di monitoraggio utilizzano le tecniche più aggiornate tenendo conto delle Linee guida Ispra serie MLG 140/2016; 141/2016; 142/2016 (Habitat, vegetazione, fauna e flora).
Le fasi del Progetto degli ecosistemi sono state suddivise in: Mappatura habitat Natura 2000; Campionamento di vegetazione; Verifica delle popolazioni delle specie floristiche di interesse conservazionistico, Ricampionamento delle macrofite negli habitat ripariali, Confronto con studi pregressi e definizione indicatori e valori di riferimento.
Il 3 ottobre 2022 è stato organizzato a Matera nella sede dell’Arpab, un incontro con Ispra per fare il punto sullo stato di avanzamento delle attività di monitoraggio in Val d’Agri e lo sviluppo di indicatori ambientali.
Sono intervenuti il Direttore Generale dell’Arpab, dott. Donato Ramunno, che ha dato il benvenuto iniziale ed il Direttore Tecnico Scientifico dell’Arpab, dott. Achille Palma, che ha presentato il progetto illustrando le attività di monitoraggio ambientale eseguite da Arpab relativamente alle matrici suolo, sottosuolo, acque sotterranee ed aria.
La dott.ssa Pierangela Angelini dell’Ispra ha parlato della rete tematica Snpa “Biodiversità” che comprende le seguenti linee di attività: tutela specie e habitat, specie aliene, sviluppo della cartografia basata sui biotopi di Carta della Natura, aree protette e anche di ulteriori linee di attività sulle tematiche di conservazione, come le infrastrutture verdi e la valutazione delle aree percorse da incendi.
Sugli indicatori per il monitoraggio della biodiversità nella Val D’Agri hanno relazionato la dott.ssa Francesca Pretto e la dott.ssa Emanuela Carli dell’Ispra che hanno illustrato le metodologie di analisi dei dati utilizzate per la raccolta di dati di campo e l’analisi degli stessi ai fini della valutazione dello stato di conservazione degli habitat studiati.
Hanno evidenziato, inoltre, che il monitoraggio ambientale fa uso sempre maggiore di tecnologie avanzate come droni, robot e immagini satellitari che consentono di ridurre i tempi di rilevamento e standardizzare il rilievo.
Il dott. Gianluca Zuffi, della società Hydrosynergy, ha illustrato il monitoraggio della biodiversità in ambienti acquatici che ha l’obiettivo di restituire dati di presenza e consistenza di chirotteri, anfibi e pesci su una superficie di 10.400 ettari, al fine di applicare opportuni indicatori e confrontare eventuali cambiamenti nel tempo. Come per la vegetazione, la metodologia ha previsto la raccolta di dati bibliografici, lo studio della cartografia, la ricognizione in situ e, infine, i rilievi in campo.
La dott.ssa Laura Casella dell’Ispra ha introdotto le attività di approfondimento degli indicatori di biodiversità a seguito dell’entrata in discussione della biodiversità in Europa non solo in ambito scientifico ma anche istituzionale grazie alla Direttiva Habitat e ora con la nuova Strategia Europea per la Biodiversità che, nell’ambito del Green Deal, riprende e rilancia l’urgenza di azione.
La relazione dell’Università di Bologna, a cura del prof. Roberto Cazzolla-Gatti ha evidenziato come lo sviluppo di un indice unico per rappresentare la reale biodiversità di una comunità è ancora una sfida. La difficoltà di trovare un’unica metrica di diversità affidabile è principalmente dovuta al fatto che gli indici che consentono una stima del numero di specie effettivamente presenti in un campione non forniscono informazioni su come le abbondanze di queste specie siano distribuite all’interno di una comunità. Sebbene alcune misure di diversità abbiano tentato di valutare la ricchezza in relazione all’abbondanza totale, l’omogeneità (uniformità) degli individui all’interno delle specie non è integrata in esse.
Nell’ambito del monitoraggio degli ecosistemi attualmente in corso con Ispra e Arpa Basilicata nella Val d’Agri si sta testando empiricamente il nuovo indice con diversi gradienti di ricchezza, abbondanza e uniformità rispetto a stimatori di diversità assoluta precedentemente proposti.
Incontro 3 ottobre 2022: programma