Da novembre 2021 a tutto marzo 2023, anche ARPA Marche ha partecipato, nell’ambito di una rete nazionale appositamente istituita, alle attività del network di sorveglianza ambientale facente capo al Progetto SARI(Sorveglianza ambientale dei reflui in Italia – Sorveglianza epidemiologica per Sars-Cov-2 nelle acque reflue urbane) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dalla Regione Marche per il territorio di competenza.
I monitoraggi e i successivi approfondimenti sui dati raccolti dalla rete, composta da 43 soggetti (Arpa, Asl, Izs, Università, centri di ricerca e gestori del servizio idrico integrato) operanti in 18 regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano, hanno permesso di condurre una accurata sorveglianza ambientale a livello nazionale della presenza del virus SARS-Cov-2 nei principali reflui urbani, consentendo di ottenere risultati statistici sull’andamento epidemico utili alla programmazione di eventuali allerte precoci riguardo l’incremento dei contagi e la diffusione di nuove varianti.
L’approccio utilizzato nel corso del progetto (Wastewater Based Epidemiology, letteralmente “Epidemiologia basata sulle acque reflue”) prende in esame i reflui urbani come fonte di osservazione dinamica della circolazione dei patogeni; inizialmente applicata a poliovirus e altri virus enterici, questa metodologia si è rivelata utile anche per lo studio della circolazione di SARS-CoV-2 nella popolazione, poiché permette di ricavare, grazie allo specifico protocollo approvato dall’Istituto Superiore di Sanità, le concentrazioni per litro del virus presenti nelle acque reflue.
ARPA Marche ha aderito al progetto in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati” di Fermo; per tutta la durata dello studio sono stati sei i punti di monitoraggio oggetto di prelievi effettuati a frequenza settimanale, individuati in corrispondenza degli ingressi dei principali depuratori della regione.
I risultati
L’andamento dei campioni positivi è risultato abbastanza uniforme in tutti i siti campionati; i risultati hanno permesso di evidenziare picchi epidemici particolarmente elevati nei mesi di novembre – dicembre 2022 e gennaio 2023; negli altri mesi analizzati sono stati riscontrati valori mediamente più bassi, probabilmente in relazione alle importanti misure di contenimento adottate nei mesi precedenti e al conseguente affievolirsi della diffusione del virus.
Lo studio, del quale si auspica il proseguimento per controllare e affrontare prontamente l’emergere di eventuali nuove varianti, ha confermato quanto, in tutti i mesi monitorati, permanga in maniera estesa la diffusione del virus Sars-Cov-2, seppur con incrementi di concentrazione in determinati periodi e misure più basse correlate a periodi di perdita di aggressività del virus.
Disponibili a questo link il report completo e tutti i risultati.