Se già dal 2019 tutte le singole province marchigiane superavano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata fissato dal testo unico ambientale, nel 2020 la media regionale lo oltrepassa di quasi 7 punti. L’indicatore più comunemente diffuso per caratterizzare la gestione virtuosa dei rifiuti urbani, espresso attraverso il rapporto tra il rifiuto totale prodotto e quello raccolto in modo differenziato, vede la media regionale delle Marche superare l’obiettivo per il quinto anno consecutivo, registrando nel 2020 la percentuale del 71,84 e un balzo di oltre un punto rispetto all’anno precedente.
Anche nel 2020 è la provincia di Macerata a confermare il primato regionale, imbattuto negli ultimi 10 anni, con numeri che arrivano a sfiorare il 75%, mentre è di Ascoli Piceno, che passa dal 66,15% al 68,90% con un salto di quasi 3 punti, l’aumento maggiore rispetto all’anno precedente. Stabile il dato di Ancona, che mantiene il 71,04% registrato nell’anno 2019, mentre anche Pesaro e Fermo migliorano raggiungendo rispettivamente le percentuali del 72,85 e 69,94.
Tra le categorie merceologiche considerate per il calcolo della raccolta differenziata, è l’organico a farla da padrone con quasi 160.000 tonnellate, seguito dalla carta (100.000 ton) e dal verde (75.000 ton); un gradino sotto il podio (oltre 60.000 ton) troviamo la porzione multimateriale (plastica e lattine).
I comuni nei quali non è attiva la raccolta differenziata per l’organico sono soltanto 9; si tratta però di piccoli comuni montani ove spesso è diffusa la pratica del compostaggio domestico, non conteggiata nelle rilevazioni, ma normalmente svolta dai singoli cittadini che vivono nelle aree rurali. Al contrario, i più virtuosi rispetto a questa frazione sono i comuni di Visso e Numana, che nel corso del 2020 sono riusciti ad intercettare meglio anche i rifiuti differenziati generati dal flusso turistico.
Dal 2019 al 2020 diminuisce la quantità assoluta di rifiuti prodotta (- 37.150 ton) e per la prima volta diminuisce anche la frazione differenziata (-16.334 ton), oltre al rifiuto residuo indifferenziato (-20.815 ton). Rimane pressoché stabile il compostaggio domestico (-18 tonnellate).
Complessivamente, il dato pro capite di rifiuti prodotti diminuisce a livello regionale dal 2019 al 2020 di 21 kg abitante/anno, forse anche per effetto del lockdown che può aver indotto a consumare meno, riutilizzare di più, uscire meno di casa per comprare prodotti non fondamentali.
Infine, sono 29 i comuni coinvolti nella gestione delle macerie del terremoto il cui recupero, particolarmente attento per quanto riguarda gli edifici storici e di pregio, consente il riutilizzo delle materie prime.
Tutti i dati relativi alla produzione di rifiuti e alla raccolta differenziata nell’anno 2020 e i trend riferiti al periodo 2011-2020 sono pubblicati, in formato aperto scaricabile ed elaborabile, sul sito dell’ARPAM alla pagina dedicata all’indicatore ambientale “RIFIUTI URBANI”: